Gennaio 12

Pubblicità sul web – Divieto di accaparramento della clientela – Caso “Amica Card”

Continua la querelle tra l’Antitrust e il CNF dopo la condanna dell’AGCM e la sentenza del Tar Lazio dello scorso luglio 2015 – dimezzata la multa dell’AGCM al CNF

L’Antitrust, con il recente provvedimento dell’11.11.20115 n. 25705, pubblicato nel Bollettino del 30.11.2015 dell’AGCM, ha sostanzialmente dimezzato (da quasi un milione di euro a 513.914,17 euro) la sanzione pecuniaria irrogata nel proprio precedente provvedimento del 22.10.2014 n. 25154 nei confronti del CNF per avere posto in essere due condotte restrittive della concorrenza nel mercato.

Gennaio 12

Avviso di accertamento – procedure concorsuali – Fallimento

Accertamento notificato al fallito e al curatore – Rinvio al PVC consegnato al solo fallito (Cass. 27.11.2015 n. 24254)

La Suprema Corte statuisce che non è affetto da carente motivazione l’avviso di accertamento, notificato al curatore fallimentare, che rinvii al verbale di constatazione consegnato solo al fallito.

Secondo i giudici di legittimità, in tal caso non opera la disposizione di cui all’art. 42 del D.p.r. n. 600/73, secondo cui, nel caso di motivazione per relationem, occorre, a pena di nullità, l’allegazione del documento richiamato salvo ne sia riprodotto il contenuto essenziale.

Gennaio 12

Accertamento e controlli – Poteri degli uffici

Rifiuto di esibizione dei documenti Elemento soggettivo – Necessità del dolo (Cass. 2.12.2015 n. 24503)

La Suprema Corte è nuovamente intervenuta sulla disposizione procedimentale preclusiva (art. 32, co. 4, D.p.r. n. 600/1973 e art. 52, co. 5, D.p.r. n. 633/1972) secondo cui, se nel corso della verifica, il contribuente si rifiuta di esibire libri, registri, scritture e documenti, essi non possono essere presi in considerazione a favore del contribuente ai fini dell’accertamento in sede amministrativa o contenziosa.

Secondo i giudici di legittimità, il c.d. “rifiuto di esibizione” dei documenti opposto dal contribuente nella fase amministrativa comporta l’inutilizzabilità dei medesimi solo se connotato da dolo, e non da semplice colpa.

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