Dic 8

Una cortesia che diventa obbligo, la sconfitta del processo amministrativo telematico

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Un atto di cortesia divenuto un obbligo. Con conseguenza, a volte, anche al limite come la mancata fissazione dell’udienza in assenza del deposito della cd. “copia di cortesia cartacea”.

Per agevolare l’introduzione del Processo Amministrativo telematico (il PAT) e la sua auspicata e necessaria completa attivazione, infatti, l’avvocatura l’aveva, di fatto, tollerato una norma che mutava una cortesia per il magistrato in un vero e proprio obbligo nei suoi confronti. Una norma che AIGA aveva tollerato in via temporanea, “per ragioni di contingenza legate prevalentemente alla mancata formazione, sotto il profilo della telematica e dell’informatizzazione, dei magistrati amministrativi“.

Ma il Governo del cambiamento, quello che si pensava volesse puntare davvero alla semplificazione ed alla ottimizzazione delle procedure e delle risorse, così non si è rivelato inserendo – in sede di conversione del cd. “decreto sicurezza”, il D.L. n. 113/2018 – una norma (“Art. 1-bis all’art. /, comma 4, del D. L. n. 168/2016, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 197/2016, le parole: “e sino al 1 gennaio 2019″ sono soppresse) che, in buona sostanza, rende definitivo quello che doveva essere un obbligo temporaneo, anzi, inizialmente una cortesia, quella di depositare la copia cartacea, che va pure attestata conforme, per facilitare il lavoro dei magistrati amministrativi”.

I Giovani Avvocati non condividono affatto lo spirito della norma, né le modalità con cui la stessa è stata inserita, quasi a nasconderla, tra le tante norme, aventi natura e finalità ben diverse, introdotte con il decreto sicurezza. L’Aiga conferma la sua posizione sulla necessaria implementazione, a tutti i livelli, del processo telematico e chiederà immediatamente che la proposta di modifica inserita nel “Decreto Sicurezza” venga subito eliminata.