Gen 31

Da “Il fatto quotidiano” parole irricevibili che ledono la dignità dell’avvocatura e della funzione difensiva: non si possono definire gli avvocati complici dei condannati

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L’Associazione Italiana Giovani Avvocati (AIGA) esprime il proprio più fermo dissenso e sdegno per il modo con cui Il Fatto Quotidiano ha riportato la notizia che la Corte costituzionale con la sentenza n. 18 del 2022 ha affermato il diritto (peraltro più volte ribadito dal Corte Europea dei Diritti dell’Uomo) del detenuto anche in regime di carcere c.d. “duro” (art. 41 O.P.) ad avere colloqui riservati e a non subire il “visto di censura” per la corrispondenza con il proprio difensore.

Il giornale ha infatti dichiarato: “la Consulta cancella la censura sulla corrispondenza fra i detenuti al 41 – bis e avvocati. Geniale: così i boss potranno ordinare omicidi e stragi per lettera”.

Parole gravissime ed irricevibili – commenta il Presidente AIGA, Francesco Paolo Perchinunno – che mancano di rispetto a tutta l’Avvocatura ed in particolar modo a quei colleghi, ancora vivi nella nostra memoria come Fulvio Croce e Serafino Famà, che hanno pagato con la vita quel dovere di indipendenza che ogni avvocato assume con il giuramento. Non si può paragonare l’Avvocato ad un “favoreggiatore” o “complice” del condannato, così si mortifica la funzione difensiva, svolta con grande passione, competenza e dedizione da migliaia di colleghi. Sarebbe il caso di ricordare a Il Fatto Quotidiano, come il diritto alla difesa sia uno dei cardini della Costituzione e di come certi commenti non facciano nient’altro che portare l’Italia verso una deriva giustizialista, che di fatto non aiuta il corretto funzionamento delle istituzioni democratiche. Auspichiamo che tutte le componenti dell’Avvocatura manifestino la propria indignazione per questo grave attacco alla professione”.

Interviene Alessio Cerniglia, Responsabile della Conferenza degli Eletti nelle Istituzioni Forensi: “i giovani avvocati presenti nelle istituzioni forensi si occupano quotidianamente di aiutare gli Organismi Forensi nel vigilare sul rispetto dei doveri di indipendenza degli Avvocati Italiani. Oltre ai colleghi si offendono le Istituzioni Forensi, che tutti i giorni, nel lavorare per garantire il regolare funzionamento dell’Avvocatura, si impegnano a rendere sempre più effettiva e giusta la funzione difensiva che la Costituzione dispone a vantaggio e nell’interesse di tutti i cittadini”.