Ott 3

AIGA: PER LA GESTIONE DEI TRIBUNALI CI VOGLIONO I MANAGER

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L’avvocato Antonio De Angelis, Presidente di Aiga (Associazione italiana giovani avvocati), ha risposto ad alcune domande per il nostro portale circa gli effetti e i cambiamenti prodotti dall’emergenza coronavirus sui giovani avvocati italiani, e su come la digitalizzazione e un approccio manageriale possano migliorare la giustizia italiana.

Che effetti ha prodotto la pandemia e in particolare il lockdown sui giovani avvocati?

La pandemia ha anzitutto aggravato la condizione economica dei giovani avvocati, già provata da anni di forte crisi. La sospensione forzata delle attività giudiziali ha portato ad una contrazione del fatturato, ad un sostanziale “azzeramento” di nuove pratiche. Purtroppo, a distanza di 3 mesi dalla fine della c.d. fase 1, non sembra che la situazione volga ad un miglioramento.

Che ruolo ha avuto la digitalizzazione delle attività nel loro lavoro quotidiano?

La digitalizzazione è sicuramente una novità importante degli ultimi anni. La telematizzatone di alcuni processi (civile, amministrativo, tributario) ha consentito lo svolgimento di alcune attività anche nel periodo della emergenza sanitaria.

E ‘assolutamente necessario procedere anche alla telematizzatone del processo penale e del processo dinnanzi al Giudice di Pace.

La richiesta che AIGA ha da sempre formulato al Ministero della Giustizia è quella di una unica piattaforma per tutti i processi telematici, così da semplificare le attività di telematizzatone e ridurre i costi.

Proposte per migliorare e rendere più efficiente e spedita la giustizia italiana?

Tante sono state, negli ultimi anni, le ipotesi di riforma della giustizia, ed in particolare dei processi civili e penali.

L’AIGA ritiene però che, per rendere più efficiente e spedita la giustizia non si possano continuare a prevedere riforme “a costo zero”. Per dare una effettiva svolta alla giustizia italiana occorre un serio piano di investimenti, anzitutto sulla digitalizzazione.

Occorre inoltre rivedere l’organizzazione dei singoli Tribunali, oggi affidata a Magistrati, che comprensibilmente non hanno alcuna competenza organizzativa. L’AIGA propone da tempo la figura del “manager del Tribunale”, che possa gestire la complessa macchina organizzativa di un Ufficio Giudiziario tenendo conto della efficienza e della speditezza.

Proposte per migliorare i percorsi formativi delle nuove leve del mondo legale?

Il progetto della “Scuole Forensi” non è mai decollato. Occorre rendere obbligatorie le scuole forensi, così da favorire una formazione effettiva a chi svolge la pratica forense. Le scuole forensi devono essere accessibili a tutti, quindi con costi molto contenuti, e devono prevedere anche delle prove intermedie obbligatorie. In questo modo anche l’esame di abilitazione, che pure deve essere riformato in radice, non sarà più quel “terno al lotto” che è oggi. Oltre ciò, riteniamo che la formazione dei giovani avvocati debba essere sempre più specialistica. Le specializzazioni , che dovrebbero finalmente partire nel giro di pochi mesi, costituiscono il futuro della nostra professione, soprattutto per i più giovani.

Articolo tratto da www.dirittodellinformazione.it