Mar 16

AIGA CHIEDE AL GOVERNO PROVVEDIMENTI A TUTELA DELLA SALUTE DEI DIPENDENTI DEL COMPARTO PUBBLICO E PRIVATO

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Gentili Tutti,
con riferimento all’oggetto AIGA – Associazione Italiana Giovani Avvocati, apprende e osserva che in relazione ai provvedimenti d’urgenza dovuti all’epidemia COVID-19 si è creata una situazione di rischio contagio sempre più elevato per talune categorie di dipendenti. Da parte nostra, in qualità di professionisti impegnati nell’assistenza alle imprese e ai lavoratori che nonostante l’emergenza continuano a prestare servizio, riceviamo in pari misura:

● segnalazioni dei lavoratori, che denunciano situazioni di palese violazione delle norme di tutela della propria salute e sicurezza;
● richieste di supporto da parte di micro, piccole e medie imprese, che necessitano di implementare immediatamente i sistemi di protezione dei dipendenti dal rischio di contagio.

La situazione sui luoghi di lavoro peggiora rapidamente, con aumento dei rischi per talune categorie di dipendenti pubblici e privati non direttamente coinvolti nel contrasto dell’emergenza sanitaria. Si tratta in particolare dei lavoratori:
– del comparto pubblico, con speciale riferimento alle forze dell’ordine tutte e al personale non sanitario delle ATS locali;
– del settore privato, dipendenti di esercizi commerciali non soggetti a limitazioni di apertura al pubblico, primi fra tutti i lavoratori con mansioni di cassieri, commessi e addetti alle vendite.
Siamo a conoscenza dell’impegno profuso dal Governo in queste ore per arginare il problema mediante l’impiego della Protezione Civile nonché del “Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro” sottoscritto in data odierna, tuttavia ci vengono segnalate da tutta Italia situazioni di lavoratori a forte contatto col pubblico, esposti quotidianamente per tutta la durata della giornata lavorativa al rischio contagio, spesso senza essere dotati delle necessarie cautele, non solo in termini di dispositivi di protezione individuale ma anche in termini di formazione specifica.
Vi sono infatti molte aziende del comparto vendita alimentare, della piccola e della grande distribuzione, che per carenze organizzative e/o per problemi di approvvigionamento dei dispositivi di protezione, non consentono ai dipendenti di svolgere le proprie mansioni nel rispetto dei più elevati standard di tutela della salute e della sicurezza sul luogo di lavoro, con evidenti violazioni del “Testo unico per la sicurezza sul lavoro” (d.lgs. 81/2008).
A tal proposito, considerati
– l’art. 32 della Costituzione Italiana;
– gli articoli 36 e 37 del d.lgs. 81/2008 relativi agli obblighi di informazione e formazione dei lavoratori in materia di salute e sicurezza;
– gli articoli 266 e seguenti del d.lgs. 81/2008, applicabili nell’ambito di tutte le attività lavorative ove sussiste il rischio di esposizione ad agenti biologici;
– l’art. 271 del d.lgs. 81/08, che prevede l’espressa tutela dei dipendenti dal rischio biologico, imponendo al datore la valutazione del rischio specifico e l’adozione di ogni forma di tutela della salute in favore del personale;
preso atto
della persistente violazione dolosa, colposa o per causa di forza maggiore degli obblighi di protezione imposti dal d.lgs. 81/2008 ai datori di lavoro a tutela dei dipendenti,
si invita
questo Ente, unitamente ai destinatari di questa comunicazione,
– a voler adottare immediatamente un protocollo per distribuire anche gratuitamente alle aziende esercenti attività di produzione e fornitura di beni e servizi di cui agli allegati 1 e 2 del DPCM 11 Marzo 2020, nonché alle aziende di servizi di cui all’art. 1 c.1 n. 4) del medesimo Decreto, tutti i dispositivi di protezione individuale necessari (mascherine, guanti, tute a protezione dei lavoratori dal rischio contagio da COVID 19);
– a voler immediatamente procedere all’effettuazione di tamponi per la verifica dello stato di salute di tutti gli addetti ai comparti interessati, adottando per questi ultimi un protocollo di rapido accesso alle cure;
– ad organizzare immediatamente, anche mediante la Protezione Civile, la necessaria formazione dei lavoratori dei comparti interessati, mediante fornitura da remoto di corsi e videocorsi sulla sicurezza e sui rischi specifici inerenti al rischio contagio,
sollecitando
gli organi competenti, con speciale riferimento all’Ispettorato Nazionale del Lavoro, ad effettuare tutte le verifiche sul rispetto nella normativa posta a tutela della salute e sicurezza dei lavoratori,
valutando
l’apertura di un tavolo di lavoro telematico con le associazioni e gli enti maggiormente rappresentativi rispetto al coordinamento delle normative di compliance aziendale, poiché gli aspetti di tutela della salute e della sicurezza sul luogo di lavoro debbono essere necessariamente armonizzati con le restanti disposizioni di risk management, prime fra tutte quelle afferenti alla privacy (d.lgs. 196/2003 e Regolamento (UE) 2016/679) e alla responsabilità degli enti per gli illeciti amministrativi dipendenti da reato (d.lgs. 231/2001).